Il Martin pescatore, modello di aereodinamica

Preso come esempio da ingegneri e costruttori di treni

Tutti abbiamo sentito parlare almeno una volta dei famosissimi “treni
proiettile”, fulcro del trasporto veloce del Giappone e chiamati cosi per le
altissime velocità che sono soliti raggiungere. Un particolare però ha afflitto
per anni gli ingegneri e i costruttori di questa tipologia di treni: il rumore. Infatti
ogni qual volta che uscivano dalle gallerie, questi veicoli generavano un’onda
sonora che si propagava addirittura per alcune centinaia di metri rendendo la
vita di chi abitava nei pressi dei tratti ferroviari un vero e proprio inferno
sonoro.
La soluzione come spesso accade è arrivata direttamente dalla natura.
Il direttore del dipartimento di ricerca e sviluppo della società ferroviaria
nipponica Shinkansen, Eiji Nakatsu, appassionato birdwatcher, studiò il
becco del Martin pescatore per capire come fosse possibile che esso
riuscisse a entrare velocemente in acqua causando poco più di
un’increspatura sulla sua superficie. Scoprì infatti che il suo aumento
costante di diametro dalla punta alla testa permette all’acqua di scivolarci
sopra senza farla scorrere in avanti.
Applicando lo stesso principio ai nuovi progetti sui treni, Nakatsu non solo
ridusse il rumore come desiderava ma, applicando questo naturale
capolavoro di aerodinamica, riuscì anche a ottenere un incremento della
velocità del 10% e una riduzione del consumo energetico del 15%.
Questo è solo uno dei tanti esempi di come la natura spesso ci dia soluzioni a
problemi che riguardano la nostra vita quotidiana, e di come la biomimesi,
disciplina che studia la natura come fonte di ispirazione per l’innovazione
tecnologica, sia così studiata.

Foto di Francesco Simonetta

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