La Basilica di Santa Cecilia in Trastevere a Roma

Una delle tante perle a Trastevere

La chiesa di Santa Cecilia sorge nel cuore della vecchia Trastevere, più precisamente in Piazza di Santa Cecilia. Si tratta di una Basilica Minore edificata sui resti della casa dove si pensa abbia vissuto proprio Santa Cecilia.

Un pò di storia sulla Santa:
Santa Cecilia è, fin dall'antichità, una delle martiri il cui culto veniva praticato maggiormente dalla comunità cristiana. Fanciulla romana, martire, secondo gli Atti del sesto secolo, al tempo di papa Urbano I (222-230). Secondo la tradizione fu una nobile fanciulla cristiana che, segretamente votata alla verginità, la sera delle nozze manifestò allo sposo Valeriano questa sua volontà e lo indusse alla conversione. La sua storia confluisce così nella passio dei martiri Tiburzio, Valeriano e Massimo. Cecilia infatti venne uccisa successivamente a loro e venne brutalmente decapitata dopo diversi tentativi. Mancando menzioni della santa e del suo martirio negli scritti e documenti del 3º e 4º sec., si è convenuti al fatto che si tratti di una leggenda, sorta forse dal fatto che una cristiana della nobile famiglia dei Cecilî fosse sepolta nel cimitero di Callisto. Cecilia, in quanto patrona della musica, ha ispirato più di un capolavoro artistico, tra cui l'Estasi di santa Cecilia di Raffaello, ma anche Rubens, Artemisia Gentileschi e Domenichino.

La  Basilica:
 Da tradizione, l'attuale basilica sorge sopra la casa della famiglia di Cecilia. Il Titulus dedicato alla Santa verrebbe già attestato durante il V secolo d.C e all'inizio del IX secolo Pasquale I, grande edificatore di chiese, dichiarò di aver avuto la visione di Cecilia in sogno la quale gli rivelava la posizione della propria sepoltura. Fece quindi erigere la chiesa in forma basilicale sul luogo della precedente e vi traslò il corpo. Durante i lavori del 1522 venne riaperto il sepolcro di marmo, mostrando a tutti come il corpo della Santa fosse rimasto intonso. Si commissionò allo scultore Stefano Maderno la riproduzione della figura così com'era stata ritrovata; attualmente è esposta sotto l'altare maggiore. 
Il primo nucleo era classicamente basilicale: navata centrale sostenuta da dodici colonne collegate da archi a tutto sesto, soffitto a capriate, abside semicircolare con il catino decorato in mosaico, piccola cripta sotterranea in corrispondenza dell'altare maggiore e senza dislivello con la navata. Degli ambienti sotterranei era nota soltanto la cripta e  il calidarium in cui la leggenda voleva che si fosse fatto il primo tentativo di soffocare Cecilia, fino a quando il titolare di Santa Cecilia decise all'inizio del Novecento di restaurare e ampliare la cripta. Con l'occasione furono effettuati saggi di scavo nel pavimento della chiesa e del convento, che portarono alla scoperta di numerosi e complessi ambienti sottostanti, per una profondità di circa 5 mt. Sono stati rinvenuti resti di una domus del II secolo d.C. 
Nel corso dei restauri avvenuti fra i secoli XII e XIII furono costruiti il portico, il campanile ed il chiostro; nel 1540 fu aggiunto il coro e nel 1600 furono realizzati la nuova confessione, il rialzamento del presbiterio e gli altari laterali. Successivi restauri avvennero nel XVIII secolo per volontà dei cardinali Troiano Acquaviva e Giacomo Doria: proprio a questi lavori si deve il monumentale prospetto barocco opera di Ferdinando Fuga, costituito da quattro colonne sulle quali poggia una lunga trabeazione ed un timpano spezzato che reca lo stemma del cardinale Acquaviva, ovvero due leoni rampanti, alcuni gigli di Francia e croci a due bracci trasversali.

Come si presenta oggi?
Si accede da piazza Santa Cecilia, attraverso il solenne ingresso settecentesco realizzato dall'architetto Fuga. Ci accoglie un vasto cortile in mezzo al quale si trova una vasca quadrata sormontata da una grande anfora in pietra, di origine paleocristiana, ricavata da un antico cantharus, ovvero un vaso per le abluzioni rituali. Il giardino è chiuso sui due lati dal monastero delle suore francescane a destra e da quello delle suore benedettine a sinistra. La nuova chiesa fu edificata secondo i dettami dell'architettura carolingia improntata sulla ripresa di tipologie paleocristiane: muratura in laterizi, finestre a doppia ghiera, la presenza delle tre navate, l'abside e la cripta semianulare. La facciata della basilica, opera del Fuga, è semplice, preceduta da un portico a quattro colonne ioniche con architrave, decorato da un mosaico del XII secolo in cui vi sono alcuni dischi con effigie di santi e dalla soprastante iscrizione "FRANCISCUS TITU SANCTA CAECILIA CAR DE ACQUAVIVA", riferimento al cardinale Acquaviva. Nelle pareti del portico sono murati frammenti di tombe e lapidi: sulla destra è situato il monumento funebre del cardinale Sfondrati. 
L'interno è scandito da pilastri  che inglobano colonne antiche, la volta della navata centrale è decorata con un affresco settecentesco rappresentante l'Apoteosi di S. Cecilia, realizzato in occasione del Giubileo del 1725. La navata di destra ospita un altro importante affresco con i S.s. Valeriano e Cecilia, opera seicentesca di Guido Reni; la cappella delle reliquie è progettata da Luigi Vanvitelli; la celebre scultura posta rappresentante S. Cecilia posta ai piedi dell'altare maggiore e di  S.Maderno. I mosaici del catino absidale sono relativi alla ricostruzione del IX secolo sotto il pontefice Pasquale I. Sono raffigurati il Cristo Redentore con ai lati i Santi Paolo, Cecilia e Pasquale I e i Santi Pietro, Agata e Valeriano. Il pontefice presenta il modellino della chiesa a Gesù ed è caratterizzato dal nimbo quadrato, prerogativa dei viventi. Il ciborio è realizzato da Arnolfo di Cambio, corredato da un'epigrafe che ne attesta la paternità e la data di realizzazione del 1293. A seguito di alcuni restauri effettuati nel Novecento, si è capito che la controfacciata dovesse presentare un affresco in controfacciata il quale rappresentava il Giudizio Universale; con molta probabilità il ciclo pittorico doveva estendersi per tutte le pareti della chiesa, tutto realizzato per mano di A. di Cambio.
Il campanile è composto di cinque ordini: i primi due sono a bifora a pilastro, gli ultimi tre a trifora con colonnine, capitelli a stampella ed archetti a doppia ghiera. La cella campanaria ospita una piccola campana del XIII secolo ed altre due donate nel 1344 dal cardinale titolare della chiesa Guido de Boulogne.

Info: La Basilica, la cripta e gli scavi sono visitabili tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle ore 16.00-19.00 (ad eccezione degli orari delle Sante Messe). 


Foto di Giulia Belfiori 
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