Mettere le corna?

    Corna, corni e palchi. Facciamo un pò di chiarezza !

    Anche se non trattiamo di gossip, il tema di oggi sono le corna. E bene sì, non si tratta delle corna causate da dei tradimenti, ma bensì quelle degli animali. Iniziamo con una curiosità:

    Perchè si dice “mettere le corna”?

    Non tutti sanno che l’espressione “mettere le corna” ha comunque qualcosa a che fare con le mucche. Pare infatti che l’origine di questa dicitura e del conseguente gesto a mo di insulto derivinino addirittura dall’antica Grecia. Nel mito del Minotauro si narra che Pasifae, moglie del re di Creta Minosse, si fosse invaghita di un bellissimo toro che il dio Poseidone aveva inviato al re cretese affinché lo sacrificasse in suo onore.

    La bellezza del toro indusse Minosse a salvargli la vita sacrificando al suo posto un altro animale. Poseidone, molto contrariato dalla disubbidienza del re, decise di vendicarsi facendo in modo che Pasifae s’innamorasse del toro. La sua folle passione la portò a chiedere a Dedalo di farsi costruire una mucca di legno nella quale poter consumare il suo atto d’amore con l’animale.

    Ed è proprio da questo atto fedifrago che nacque il Minotauro: I Cretesi, da quel giorno, in segno di scherno, cominciarono a salutare il re Minosse con il gesto delle corna per ricordargli del toro con cui era stato tradito.

    Di cosa sono fatte le corna animali?

    Sono tantissime le specie che presentano appendici cefaliche che impropriamente vengono chiamate corna. Le corna vere e proprie sono escrescenze dell’osso frontale del cranio e consistono in un nucleo osseo più esteso, rivestito di una guaina di cheratina.

    Questa porzione finale spesso è costituita di materiale morto e non vascolarizzato ed è il motivo per il quale è facile imbattersi in bovini domestici a cui sono state spuntate. La struttura è tipica di molti bovidi, comprese antilopi e gazzelle, ma anche dei caprini dove in molte specie, come ad esempio negli stambecchi a portare le corna sono solo i maschi. Su di esse sono presenti nodi che indicano gli inverni e quindi l’età dell’animale.

    Femmina di vacca maremmana, foto di F. Simonetta

    Anche se non è il loro carattere più distintivo, anche le giraffe hanno delle piccole corna, chiamate ossiconi, che però sono abbastanza insolite. In questo caso, il nucleo non è un’escrescenza ma un vero e proprio osso a parte che si fonde con l’osso frontale ed è ricoperto di pelle.

    Che differenza c’è tra le corna e i palchi?

    Forse tra i più famosi gruppi di animali che associamo alle corna ci sono i cervidi (cervi, renne e alci). Le loro appendici cefaliche sono chiamate, per esattezza, palchi e presentano delle differenze sostanziali con le corna. Sono presenti solo negli esemplari maschi e, grazie alla loro struttura ramificata, vengono utilizzate durante la stagione degli amori, nei duelli, per guadagnarsi il diritto di accoppiarsi con le femmine migliori. Sono presenti, negli esemplari femmine, solo tra le renne.

    La seconda differenza è che i palchi non sono presenti tutto l’anno ma sono stagionali; anche qui le renne fanno eccezione perché nel loro caso i loro palchi non cadono mai; Sono composti di solo osso che cresce grazie al testosterone. Durante la fase di crescita sono ricoperte da un tessuto molto vascolarizzato, detto velluto, che viene perso a sviluppo terminato. Alla fine della stagione riproduttiva i palchi cadono e inizia il rinnovamento per l’anno successivo dove cresceranno più grandi e più ramificate.

    Esemplare di cervo maschio con grandi palchi, foto di F. Simonetta

    Corna o corni?

    Esiste un terzo tipo di corna che sono quelle tipiche dei rinoceronti e chiamate da alcuni autori corni. Queste sono completamente diverse dalle altre sia nella posizione che nella struttura interna. Esse infatti non si trovano sopra gli occhi ma sono strutture singole e non appaiate che si sviluppano sopra la regione nasale. A differenza delle tipologie che abbiamo descritto sopra, queste sono costituite solamente da cheratina molto compatta e pertanto non fanno parte della struttura ossea del cranio.

    Rinoceronte, foto di F. Simonetta

    È interessante notare come le corna si siano evolute molto in relazione alle abitudini alimentari e ai rapporti sociali delle varie specie animali. Da studi fatti su alcuni ungulati che non hanno evoluto le corna, cavalli e camelidi ad esempio, pare che questo tratto non sia mai comparso per via proprio del loro stile di vita erratico. Essi infatti sono consumatori meno efficienti dei ruminanti e quindi utilizzano territori molto ampi per alimentarsi.

    Questi territori sarebbero così impossibili da controllare durante la stagione degli amori, che svilupparle solo per gli scontri territoriali sarebbe uno spreco di energia. Un’altra conferma a questa teoria viene dal fatto che nella maggior parte dei casi sono solo i maschi a portare le corna o ad avere quelle di maggiori dimensioni.

    Un altro aspetto interessante legato alle corna e ai palchi riguarda il fatto che in molte specie, quando due maschi si incontrano per affrontarsi, spesso queste vengono usate solo per esibizione e che nella maggior parte dei casi questi scontri si concludono a favore del maschio dalle dimensioni maggiori senza neanche arrivare al vero e proprio combattimento.

    Vedere animali con corna e palchi molto ampi è estremamente affascinante ma sconsigliamo di avvicinarvisi eccessivamente. Le foto sono state scattate da lontano con teleobiettivi, quindi in totale sicurezza. Non dare da mangiare agli animali selvatici è fondamentale per preservare la loro salute e la nostra sicurezza.

    Foto di Francesco Simonetta

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