Il Parco Regionale Marturanum

Tra natura e storia etrusca

Lo scorso weekend abbiamo avuto modo di visitare uno dei sentieri del Parco Regionale Marturanum, nel comune di Barbarano Romano nel Lazio. Si tratta di un’area naturale protetta che occupa una superficie di 1.240 ha.

È possibile visitare il territorio del Parco regionale Marturanum camminando su una rete di sentieri tracciati, dai quali vi consigliamo di non uscire.

Barbarano Romano

L’area protetta è nata in un contesto territoriale di grande valore naturale e storico, infatti sono presenti testimonianze storiche archeologiche. Il centro di Barbarano, che conserva ancora l’aspetto medievale, è inserito nel Parco Marturanum. I caratteristici vicoli del borgo ci presentano le caratteristiche case con scale esterne, detto profferlo, tipiche appunto della zona Viterbese.

Numerosi sono gli edifici di interesse storico – architettonico, tra cui le Chiese di Sant’Angelo, adiacente al museo archeologico, quella della Misericordia e di Santa Maria Assunta.

Ovunque sono presenti riferimenti e testimonianze del passato etrusco e romano: resti di edifici, tratti di strada scavati nel tufo o realizzati con pietre calcaree. E’ presente anche un’importante necropoli etrusca, di San Giuliano, della quale vi parleremo prossimamente.

Grazie alla scarsa antropizzazione e alla morfologia dei luoghi è una zona in parte selvaggia.

Il sentiero Barbarano – Valloni

Questo sentiero, che può essere percorso esclusivamente a piedi, è lungo circa 5 km. Parte dal centro del paese medievale di Barbarano, e porta a Blera. Il percorso attraversa la gola del torrente Biedano, un canyon che presenta una fitta vegetazione rigogliosa e ricca di fauna.

Si parte scendendo una scalinata, a tratti scivolosa, che immediatamente ci fa comprendere la tipologia di percorso che si sta intraprendende. Si arriva poi su di un sentiero leggermente scosceso che porta immediatamente al torrente, superato ci si ritrova immersi totalmente nella natura.

Il sentiero si snoda nel fondovalle dove si incontrano i resti dei tre antichi mulini, le Mole, nei quali veniva macinato il frumento utilizzando la forza motrice dell’acqua. Proseguendo si arriva a delle grotte, invalicabili, che ospitano importanti colonie di pipistrelli.

Siamo arrivati fino alla III mola sul Biedano: a strapiombo su di un laghetto dall’acqua cristallina. Lì si può percorrere un tunnel etrusco per poi tornare indietro e scendere per un sentiero che porta più in basso.

III Mola, foto di G. Belfiori

Vegetazione e Fauna

Il torrente Biedano scorre in una stretta valle tra alte pareti di tufo, ottimo rifugio per molti animali. Nella forra si verifica il fenomeno dell’inversione termica, per cui le temperature sono maggiori nella parte alta dei versanti, e minori nel fondovalle dove i raggi del sole giungono solo in tarda mattinata. Si sviluppa una vegetazione mediterrane a con il corbezzolo, il lentisco e il leccio. Nel tratto tra fondovalle e le pareti sono presenti noccioli, olmi, faggio e tante altre specie.

Per quanto riguarda la fauna invece è possibile trovare tritoni, salamandrine e qualche tipologia di piccole rane presenti lungo il torrente.

Avvertenze e consigli

Indossare capi adatti all’escursione, scarpe ben chiuse e pantaloni adatti, tenere sotto controllo i bambini e tenere i cani al guinzaglio per non disturbare la fauna. Rispettare i divieti di accesso, evitare di accendere i fuochi e creare sporcizia sono le basi di un comportamento civile. Non disturbare gli animali in alcun modo.

Una corretta fruizione della natura e del parco permette a chi viene successivamente di ritrovare un ambiente incontaminato e senza pericoli.

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