La Fontana delle Rane e il quartiere Coppedè a Roma

La Fontana delle Rane e il quartiere Coppedè a Roma

Una piccola deviazione dalle classiche passeggiate turistiche per Roma

Tra le innumerevoli bellezze della capitale, si annovera anche questo angolo poco conosciuto, in cui si fondono diversi stili architettonici. Quartiere che ha ispirato registri come Dario Argento e Richard Donner, si conferma uno dei più particolari di Roma. Il rione Coppedè sorge precisamente nel quartiere Trieste. Il progetto, che prende il nome dall’architetto che lo ha ideato, Gino Coppedè, comprendeva inizialmente la costruzione di 18 palazzi e 27 edifici tra palazzine e villini. Nel 1917 la commissione edilizia richiese a Coppedè di dare al quartiere un’impronta romana, utilizzando così il tema della Roma antica. L’ingresso principale del quartiere, dal lato di via Tagliamento, presenta un grande arco che congiunge due palazzi, e poco prima è possibile vedere un’edicola contenente una statua di Madonna con il Bambino. L’arco è decorato con numerosi elementi architettonici che hanno la caratteristica di essere disposti in modo asimmetrico.

Superato l’arco si arriva a piazza Mincio, il centro del quartiere, costituito da fabbricati differenti per forma e dimensione. Al centro di queste architetture sorge la Fontana delle Rane la quale, costruita a partire del 1924 rifacendosi allo stile barocco, è costituita da due vasche circolari e sovrapposte. L’opera voleva essere un omaggio alle costruzioni berniniane e difatti la composizione movimentata rimanda a queste. All’interno della vasca più in basso è inserita una piattaforma costituita da quattro lobi ognuno dei quali presenta coppie di statue rappresentanti figure umane e sostenenti ulteriori vasche più piccole a forma di conchiglia; da delle grosse rane poste sulla sommità delle singole, zampilla l’acqua che riempie le conchiglie. Dal centro di questo gruppo ornamentale si erge un pilastro che innalza il secondo catino, di dimensioni ridotte rispetto il precedente, sul cui bordo sono accovacciate altre otto piccole rane, mentre nella parte inferiore sono posizionati quattro mascheroni. Secondo una leggenda romana, trovandosi a pochi passi dallo storico locale Piper Club che vide gli esordi di Patty Pravo e molti altri atisti, al termine di un loro concerto i Beatles si buttarono vestiti tra i giochi d’acqua della fontana.

Dopo un lungo lavoro di restauro iniziato nel 2019, costato circa 283 mila euro, la fontana è stata riportata allo splendore originario. Sono stati eliminati gli strati di calcare che si sono creati con il tempo a causa della durezza dell’acqua romana.

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