Sant’Andrea della Valle a Roma

Uno dei capolavori di Maderno.

Ci troviamo al centro di Roma, a pochi passi da Largo Argentina e piazza Navona. Esattamente nel rione Sant’Eustacchio spicca una basilica minore, Sant’Andrea della Valle.

Iniziata nel 1595 secondo il progetto originale dell’architetto teatino Francesco Grimaldi, proseguita da Carlo Maderno nel 1605 e successivamente consacrata nel 1650. Innalzata il 12 marzo 1960 alla dignità di Titolo cardinalizio presbiteriale e insignita nel 1966 del titolo di Basilica minore, la basilica ospita le salme dei Pontefici Pio II e Pio III, le reliquie dei Santi Antonio e Fortunato e le spoglie del Cardinale teatino S. Giuseppe Tomasi.

La facciata

La chiesa barocca Sant’Andrea della Valle, una delle basiliche minori di Roma, fu costruita alla fine del XVI secolo, sul sito di la piccola chiesa San Sebastiano e del Palazzo Piccolomini. I lavori furono finanziati dal cardinale Alessandro Peretti di Montalto, nipote di papa Sisto V. Il vicino palazzo Della Valle diede il nome alla chiesa.

La sontuosa facciata in stile tardo barocco, fu creata nel 1655-1663 da Carlo Rainaldi. Costruita in travertino, presenta due ordini di colonne e lesene corinzie. Al centro, una grande finestra domina il portale, mentre i lati sono occupati da nicchie con le statue di santi degli scultori Domenico Guidi ed Ercole Ferrata e finte finestre.
Le volute questa volta sono assenti della facciata, ed a sinistra è sostituita da un angelo di Ferrata. Le due statue femminili sopra la porta sono di Cosimo Fancelli.

La piazza antistante la chiesa è ornata da una fontana di Maderno che proviene dalla scomparsa piazza Scossacavalli, distrutta per i lavori di demolizione della spina di Borgo e la conseguente creazione di via della Conciliazione.

Gli interni

L’interno ci accoglie con tutta la sua maestosità, lascia senza fiato. E’ grandioso, elegante e luminoso, con una pianta a croce latina e una grande navata affiancata da otto cappelle laterali, e un transetto poco esteso. Il soffitto si presenta con una bellissima volta a botte affrescata da diversi artisti.

La prima cappella sulla sinistra è la Cappella Barberini, che fu realizzara da Matteo Castelli dal 1604 al 1616 su richiesta del cardinale Maffeo Barberini (poi papa Urbano VIII). L’altare è di Domenico Passignano (1616). Numerosi artisti hanno partecipato alla sua decorazione, come Pietro e Gian Lorenzo BerniniCristoforo StatiFrancesco Mochi e Ambrogio Bonvicino.

Cappella Barberini, G. Belfiori

 La terza cappella di sinistra ospita sull’altare un dipinto di Giovanni De Vecchi del 1614 raffigurante San Sebastiano, titolare della chiesa sulla quale è poi sorta la basilica attuale. Nell’ultima campata della navata si trovano i monumenti funebri dei papi Pio II (1475) a sinistra e Pio III (1503) a destra.

La prima cappella che invece troviamo a destra è la Cappella Ginnetti (1670), realizzata su disegno di un discepolo di Bernini, Carlo Fontana. La seconda e la terza cappella che troviamo sempre sulla destra sono, in ordine, la Cappella Strozzi (1616), realizzata su disegno di Michelangelo Buonarroti; la Cappella di nostra signoria del S. Cuore (1887-89).

Nel 1623 Domenichino iniziò a decorare l’abside con le storie di S. Andrea ed Evangelisti nei pennacchi della cupola. L’opera mostra un certo rigore classico secondo i modelli espressi dai Carracci nelle pitture di Palazzo Farnese.

La cupola

La cupola, realizzata da Maderno, dal diametro di 16 metri, è alta 80 metri ed è la seconda della città di Roma, preceduta solo da quella della basilica di San Pietro in Vaticano e seguita dalla cupola della chiesa dei Santi Pietro e Paolo all’EUR.

In totale contrasto si colloca, invece, il successivo affresco di Giovanni Lanfranco, realizzato tra il 1625 e il 1627, che raffigura l’Assunzione della Vergine. Sceglie un linguaggio totalmente illusionistico, dove spicca il dinamismo della composizione con il moto vorticoso delle nubi e la teatralità dei gesti. Lanfranco riprende il modello del Correggio rilanciato a Roma dal Cigoli con la cappella Paolina.

L’interno della basilica è ambientato il primo atto dell’opera lirica Tosca, e musicata da Giacomo Puccini alla fine del XIX secolo.

Cupola, G. Belfiori

Foto di Giulia Belfiori

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