La grande abbazia di San Galgano

Un’abbazia a 30 km da Siena, immersa nella natura.

Approfittando della possibilità degli spostamenti tra regioni, ci siamo recati in Toscana, più precisamente nella località Chiusdino, a una trentina di chilometri da Siena. Qui abbiamo avuto modo di vedere una tra le abbazie più belle: San Galgano.

Culto di San Galgano

San Galgano, in origine Galgano Guidotti  (Chiusdino, 1148-1152 circa – Chiusdino, 30 novembre 1181), è stato un cavaliere medievale vissuto in Toscana nel XII secolo, che decise di vivere la sua vita da eremita.

Galgano visse la gioventù in maniera libertina e dedita ai divertimenti sfrenati, finchè qualcosa gli fece cambiare vita trasformandolo in un Santo Cavaliere di Dio.
Un giorno ebbe improvvisamente due visioni dell’Arcangelo Michele: nella prima gli si manifestò innanzi e nella seconda lo invitò a seguirlo. Galgano, quindi raggiunse Monte Siepi, dove si trovò dinnanzi a un edificio rotondo (probabilmente una visione di un edificio, dato che l’eremo fu costruito dopo la sua morte) e ai dodici apostoli. Venne accolto e, aprendo un libro sacro, gli apparve il Creatore che lo convertì definitivamente.

Ritornò comunque alla vita di tutti i giorni, finchè accadde un secondo episodio: In una tranquilla giornata, il cavallo prese di sua iniziativa un percorso, riconducendolo nuovamente a Monte Siepi. Quello per lui era un luogo sacro e, come tale, meritava un’identità, una croce; non trovando del legno per realizzarla, decise prendere la propria spada e conficcarla nella roccia. A quel punto sentì una voce santa che lo invitò a fermarsi per tutta la vita in quel luogo e Galgano accettò.

Quattro anni dopo la sua morte venne santificato da papa Lucio III e Il culto del Santo si diffuse velocemente tra i cavalieri diventandone il protettore.

Storia dell’abbazia

Per volontà del vescovo di Volterra, Ugo Saladini, nel luogo della morte di san Galgano fu edificata una cappella terminata intorno al 1185. Il vescovo a lui succeduto, Ildebrando Pannocchieschi, promosse invece la costruzione di un vero e proprio monastero. Negli ultimi anni della sua vita, il Santo era entrato in contatto con i Cistercensi e furono proprio loro a essere chiamati a fondar la prima comunità di monaci che risulta già attiva nel 1201.

Nel 1218 si iniziarono i lavori di costruzione dell’abbazia nella sottostante piana della Merse. I lavori andarono avanti speditamente e nel 1227 vengono testimoniate una chiesa superiore (Montesiepi) e una inferiore.

Alla metà del XIII secolo l’abbazia di San Galgano era la più potente fondazione cistercense in Toscana. Essa fu inoltre protetta e beneficiata dagli imperatori Enrico VI, Ottone IV e dallo stesso Federico II, che confermarono sempre i privilegi concessi e aggiungendone via via degli altri. Il papa Innocenzo III esentò l’abbazia dalla decima.

Venne infine consacrata nel 1288. La grande ricchezza dell’abbazia portò i suoi monaci ad assumere una notevole importanza economica e culturale tanto da spingere la Repubblica di Siena a stringere stretti legami con la comunità.

La prima la carestia del 1328 poi la peste del 1348, colpirono duramente i monaci. Nella seconda metà del secolo l’abbazia, come tutto il contado senese, venne più volte saccheggiata dalle compagnie di ventura, truppe mercenarie, tra le quali per ben due volte da quelle di Giovanni Acuto. Tali vicende portarono a una profonda crisi nella comunità monastica, tanto che alla fine del secolo essa si era ridotta a sole otto persone.

Nel 1474 i monaci fecero edificare a Siena il Palazzo di San Galgano e vi si trasferirono, abbandonando il monastero. Il patrimonio fondiario era tale da scatenare una contesa tra la Repubblica di Siena e il Papato. Ma nel 1503 l’abbazia venne affidata a un abate commendatario che la fece cadere non troppo lentamente in rovina. Si tentò un restauro nel 1577, ma risultando inutile viste le gravi condizioni in cui verteva.

Nella prima metà del ‘700, l’abbazia risulta quasi totalmente crollata. Negli anni seguenti l’abbazia viene trasformata in una fonderia, fino al 1789 quando venne definitivamente sconsacrata e abbandonata.

Verso la fine dell’Ottocento l’interesse verso il monumento riprese e nel 1924 si iniziò il restauro eseguito con metodo conservativo.

L’Architettura

La chiesa presenta l’abside orientato ad est, e la facciata a doppio spiovente fa intuire la divisione spaziale interna a tre navate. Presenta una classica forma della pianta a croce latina che termina con un ampio transetto. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’ingresso non è dal portale principale ma bensì da un ingresso laterale sulla destra. L’interno della chiesa si presenta privo della copertura e del pavimento, sostituito da terra battuta che in primavera si trasforma in un bellissimo manto erboso.

Sia le cappelle sia le campate minori del transetto mostrano ancora l’originaria copertura con volte a crociera poggianti su costoloni. In queste cappelle venivano effettuate delle funzioni liturgiche: a testimonianza di ciò nelle pareti sono visibili due nicchie, la minore usata per custodire le ampolle e la maggiore come lavabo.

Nella parte inferiore delle navate laterali, vi sono aperture realizzate con monofore con arco a tutto sesto mentre nella parte superiore, corrispondenti alle pareti della navata centrale, sono presenti delle grandi bifore.

L’abside è imponente con le sei finestre a sesto acuto su due ordini di tre, l’ampio rosone centrale a dodici petali (caduti) ed la piccola rosa superiore.

Sulla fiancata destra si sviluppava il chiostro, attorno al quale ruotava tutta la vita dell’abbazia, che risultava completamente distrutto già nel XVIII secolo. Durante i restauri degli anni venti si decise di ricostruirne, con i materiali originari, almeno una piccola parte.

All’estremità meridionale del piano terreno si trovava lo scriptorium, dove i monaci copiavano i manoscritti. È un ambiente molto vasto, diviso in due navate da cinque pilastri cruciformi che sorreggono delle volte a crociera con decorazioni a girali. Al piano superiore ci dovevano essere i dormitori dei monaci.

Curiosità

All’interno dell’abbazia è stato girato un videoclip dei Pooh, La casa del Sole e inoltre vi è stata girata una scena del film di Checco Zalone Sole a catinelle.

La visita all’Abbazia è indicata alle famiglie con bambini, sembra di entrare in un luogo veramente incantato.

Se la visitate, fateci sapere che sensazioni vi ha trasmesso !

Foto di Giulia Belfiori

Per ulteriori informazioni riguardo orari, prenotazioni e costo del biglietto di ingresso:

http://www.sangalgano.info/

https://www.comune.chiusdino.siena.it/it/page/visita-abbazia-di-san-galgano-orari-di-apertura-e-p

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