Galleria Borghese ospita Damien Hirst – ARCHAEOLOGY NOW

Dove l’arte classica e l’arte contemporanea hanno incontro.

Esattamente l’8 giugno è stata inaugurata a Galleria Borghese la mostra che vede partecipi le opere di un artista contemporaneo che ha fatto discutere: Damien Hirst. In mostra fino al 7 novembre, è a cura di Anna Coliva e Mario Codognato, ed è stata resa possibile grazie al supporto di Prada.

Chi è Damien Hirst?

Provocatorio, romantico, irriverente, trasgressivo e sempre profondo, Damien Hirst nasce nel 1965 a Bristol, cresce a Leeds e dal 1986 al 1989 studia belle arti al Goldsmiths College di Londra. Nel 1988 progetta e cura Freeze, una mostra collettiva divenuta il trampolino di lancio non solo per lui, ma anche per il gruppo YBAs (Young British Artists), una collettiva di Visual Artist.

Noto soprattutto per una serie di opere provocanti, tra cui corpi di animali imbalsamati e immersi in formaldeide, vetrine con pillole e strumenti chirurgici, “mandala” costituiti di farfalle multicolori e il celebre teschio ricoperto di diamanti. Alcune di queste opere è possibile vederle presso l’ Astrup Fearnley Museet di Oslo, Museo Archeologico di Napoli, MoMA di New York, British Museum a Londra.

La morte è il tema centrale delle sue opere, la sua arte disgusta e scandalizza ma è anche un invito alla riflessione sul tempo che scorre e sulla fragilità della vita e del corpo.

Le opere di Hirst sono spesso contestate dai movimenti animalisti tanto che molte delle sue esibizioni sono accompagnate da manifestazioni di protesta

Damien Hirst, God alone knows, Astrup Fearnley Museet, Oslo, 2018, G. Belfiori

ARCHAEOLOGY NOW

Sono esposte oltre 80 opere dalla serie Treasures from the Wreck of the Unbelievable, esposte in tutte le sale del museo affiancando i capolavori più antichi di Caravaggio e Bernini.

Questo progetto nasce da una delle ricerche più originali di Hirst negli ultimi vent’anni. La mostra venne esposta per la prima volta a Venezia nel 2017 a Palazzo Grassi e a Punta della Dogana. Il progetto costò 65 milioni di dollari e 10 anni di lavorazione, e venne presentato come un ritrovamento immaginario di una nave, nel 2008, con all’interno un leggendario tesoro del I – II secolo d. C.

Il recupero delle opere ricoperte di coralli e cirripedi è stata documentata in un lungometraggio di Netflix.

La opere in mostra, che si fondono perfettamente con i capolavori permanenti della Galleria, cercano di nascondere il mondo di oggi dietro simboli di ieri come i busti pseudo-greci, un transformer e Topolino ripescati proprio da quella nave.

Con la personale concezione di archeologia, porta avanti un dialogo tra l’antico e il contemporaneo, il tutto messo in risalto dall’eposizione curata al minimo dettaglio: tutte le opere comunicano perfettamente tra di loro, creando dei link visivi unici nel loro genere.

Anche i dipinti Colour Space, concepiti più di 30 anni fa, in Italia per la prima volta, sono allestiti all’interno della collezione permanente, mentre la sua scultura colossaleHydra and Kali, è nello spazio esterno del Giardino Segreto dell’Uccelliera.

Damien Hirst, Hydra and Kali, 2015, foto G. Belfiori

Vi lasciamo di seguito il link al sito di Galleria Borghese per prenotare il vostro ingresso:

https://galleriaborghese.beniculturali.it/exhibition/damien-hirst/

Foto di Giulia Belfiori

Tutti i diritti sono riservati. Qualsiasi riproduzione, anche parziale, senza autorizzazione scritta è vietata. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche

Carosello Articoli

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *

Ultimi Articoli

Autori

Più Commentati

Video Correlati